domenica 11 aprile 2010

Pasqua 2010 - Latino

VERSIONE 55 PAGINA 101
Nello stesso tempo il re dei Persiani Dario decise, trasportato l'esercito dall'Asia all'Europa, di attaccare battaglia contro gli Sciti. Fece un ponte sul fiume Istro, attraverso il quale fece passare le truppe. Mentre egli stesso era lontano, lasciò come custodi di quel ponte i nobili, che aveva condotto con sé dalla Ionia e dall'Eolia, a ciascuno dei quali aveva dato eterni poteri sulle loro stesse città. Così infatti ritenne che avrebbe conservato molto facilmente sotto il suo dominio coloro che parlavano la lingua greca, i quali abitavano in Asia, se avesse affidato le città da difendere ai suoi amici, ai quali, morto lui, non sarebbe rimasta (lett.: resterebbe) alcuna speranza di salvezza. In quel tempo fu in questa categoria Milziade, al quale era affidata tale sorveglianza. Allora poichè numerosi messaggeri annunciavano che non riusciva nell'impresa e era scacciato dagli Sciti, Milziade esortò i custodi del ponte a non lasciarsi scappare (lett.: lasciar andare) l'occasione data dalla sorte di liberare la Grecia. Infatti se Dario fosse sparito insieme alle sue truppe, che aveva condotto con sé, non solo l'Europa sarebbe stata al sicuro, ma anche loro, greci di stirpe che abitavano in Asia, sarebbero stati liberi dal dominio e dal pericolo dei persiani; ciò potè essere fatto facilmente. Infatti tagliato il ponte, dopo pochi giorni il re sarebbe stato sconfitto o per le armi nemiche o per la mancanza di mezzi.
15 PAGINA 111 (QUELLE DISPARI DEVE MANDARMELE MARTA u.u)
2. Il medesimo era di gran lunga il più ragguardevole tra i cavalieri e i fanti.
4. Abbiamo saputo che lo stesso uomo senza dubbio più dotto di tutta la Grecia, Platone, si trovò in enormi pericoli e insidie per l'ingiusitia di Dionisio.
6. Cesare comanda all'intera provincia di fornire il maggior numero di soldati possibile (che può).
8. Dirò in poche parole sulla congiura di Catilina, il più fedelmente possibile (che potrò).
10. Le orecchie non credono minimamente nelle promesse dei musicisti/In verità le orecchie dei musicisti sentono perfino le minime cose (a voi la scelta u.u)
12. Subito i cittadini spingono avanti pietre con leve, più che possono, e fanno rotolare sulla galleria ciò che è caduto dal muro.
VERSIONE 72 PAGINA 132
Gli Elvezi, spinti dalla mancanza di tutti i beni, mandarono a Cesare ambasciatori riguardo la resa. E avendolo incontrato quelli nel viaggio e essendosi prostrati ai suoi piedi e avendo chiesto la pace piangendo e avendo ordinato Cesare che quelli attendessero il suo arrivo in quel luogo dove erano in quel momento, ubbidirono. Quando Cesare arrivò lì, chiese ostaggi, armi, schiavi, che avevano cercato rifugio presso di loro. Mentre si cercavano e si trasportavano queste cose, passata la notte, circa 6000 uomini di quel villaggio, che è chiamato Urbigeno, atterriti dal timore di essere sottoposti al supplizio con le armi consegnate, o spinti dalla speranza di salvezza, poichè ritenevano che la loro fuga potesse essere nascosta o del tutto ignorata, usciti dall'accampamento degli Elvezi al principiare della notte si affrettarono verso il Reno e i confini dei Germani.
1 PAGINA 145 (anche qui per quelle che mancano prendetevela con Marta xD)
1. Potrei ricordare in quali luoghi il popolo romano scacciò moltissime truppe nemiche con un pugno d'uomini.
2. Sarebbe stato meglio morire che vedere queste cose.
3. Ho detto più cose di quanto si sarebbe dovuto dire.
4. L'esercito avrebbe potuto essere distrutto, se qualcuno avesse osato trionfare.
5. Pompeo abbandonò la città, cioè quella patria x la quale e nella quale sarebbe stato nobile morire.
6. Avrebbe potuto un animo tanto grande ottenere una vecchia non piacevole?
7. Vi sarebbe stato possibile passare la vita in esilio con somma vergogna, avreste potuto, persi i beni, aspettare a Roma beni altrui (manca una parola u.u)
9. Non si dovrebbe mantenere una promessa piuttosto di dover commettere un delitto tanto ignobile.
11. Mai avrei ritenuto che una congiura così grande, così funesta/rovinosa, fosse tenuta dai cittadini.
13. Temistocle, essendo stato mandato in esilio a causa dell'invidia, non sopportò l'offesa della patria ingrata, quanto avrebbe dovuto fare.
15. Sarebbe stato possibile che la flotta vincitrice passasse in Africa e distruggesse Cartagine entro pochi giorni senza nessun combattimento.
VERSIONE 44 PAGINA 88
Sotto il consolato di Lucio Cornelio Scipione e Lelio Scipione l'Africano, assegnato come luogotenente da suo fratello L.C. Scipione, si avanzò contro Antioco. Annibale, che era con Antioco, fu vinto in una battaglia navale. In seguito lo stesso Antioco fu sconfitto dal console Scipione attorno all'Ilo presso Magnesia, città dell'Asia, con un'importante battaglia navale. Fu di aiuto ai Romani in quella battaglia Eumene, fratello di Attalo, che fondò l'Eumenia nella Frigia. 50.000 fanti, 3.000 cavalieri, furono là dalla parte del re. Allora il re chiese la pace. E, sebbene sconfitto, gli fu data dal senato alle medesime condizioni a cui era offerta pima: che se ne andasse dall'Europa e dall'Asia, e rimanesse entro il Tauro, che desse 10.000 talenti e 20.000 ostaggi, che consegnasse Annibale, istigatore della guerra. Al re Eumene furono donate dal senato tutte le città dell'Asia che Antioco aveva perso in battaglia e ai rodiesi, che avevano portato aiuto ai romani contro il re Antioco, furono concesse molte città. Scipione tornò a Roma, trionfò con grande gloria.

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