domenica 28 marzo 2010

Es. 17 pagina 112 - Latino

1. L'aspetto miserando della disgraziata e il lutto e la tristezza della figlia minore erano racchiusi dai coniugi all'ombra delle preti domestiche (per questa non ci metto una mano sul fuoco u.u)
2. Salvai lo Stato dal pericolo della distruzione con i miei consigli, con le mie fatiche, con i miei rischi mortali.
3. Gli uomini usano gli animali a proprio vantaggio.
4. Gli Edui, non potendo difendere se stessi e le loro cose dagli Elvezi, mandano ambasciatori a Cesare per chiedere aiuto.
5. Fu annunciato che Ariovisto si affrettava con tutte le sue truppe per occupare Vesonzione.
6. La decima legione ringraziò Cesare poichè espresse un ottimo giudizio di lei.
7. Turbati da queste notizie, i Cartaginesi inviano in Spagna Magone con la sua flotta e le sue truppe.
8. Certamente il valore è amante di se stesso.
9. Orgetorige persuase la cittadinanza a uscire dal proprio territorio.
10. Ariovisto rispose che l'amicizia del popolo Romano dovesse essere per lui onore e protezione, non danno.
11. Paolo Emilio pregò gli dei immortali che, se qualcuno di loro fosse invidioso delle sue opere e della sua sorte, si accanissero contro lui stesso piuttosto che contro lo Stato.

sabato 13 marzo 2010

Versione 46 pagina 89 - Latino

Scoppiò la guerra civile cesariana, quando (Attico) aveva circa 60 anni. Si valse del diritto di esonero per età, e non si spostò da Roma per nessun luogo. E le cose di cui i suoi amici ebbero bisogno andando verso Pompeo, le diede tutte dal suo patrimonio, non offese Pompeo suo congiunto. Non aveva alcun privilegio da lui, come altri, che per mezzo di lui avevano ricevuto onori o ricchezze: una parte dei quali lo seguì all'accampamento molto a malincuore, altri restarono a casa con suo grande disappunto. La neutralità di Attico invece fu tanto gradita a Cesare, che, da vincitore, comandando del denaro ai privati cittadini per mezzo di lettere, non solo non gli fu dannoso, ma anche allontanò il figlio della sorella e Cicerone dall'accampamento di Pompeo. Così evitò nuovi pericoli con un vecchio modo di vita.

Versione 50 pagina 91 - Latino

Hai sottomesso popolazioni barbare per ferocia, innumerevoli per quantità, infinite per regioni, ricche di ogni genere di ricchezze: tuttavia hai vinto quelle cose che avevano sia la disposizione la condizione per essere vinte. Infatti non esiste alcuna forza così grande che non possa essere indebolita e abbattuta dalle armi e dalle forze. Io non (lo) paragono agli uomini eccellenti, ma giudico molto simile a un dio colui che fa queste cose: deporre l'orgoglio, frenare l'irascibilità, sapersi moderare nella vittoria, non solo risollevare l'avversario giacente insigne per nobiltà d'animo, ingegno e valore, ma anche accrescere la sua precedente dignità. Perciò, o C. Cesare, le tue glorie militari saranno celebrate certamente non solo dai nostri ma anche dalla letteratura e dai discorsi di quasi tutti i popoli, nè mai le generazioni future taceranno le tue lodi; ma tuttavia non so come cose di tal genere, anche quando sono lette, sembrano essere disturbate dal clamore dei soldati e dal suono delle trombe. Ma certo quando sentiamo o leggiamo qualcosa fatta con pazienza, con mitezza, con giustizia, con moderazione, con saggezza, soprattutto durante un momento di collera (lett.: durante la collera), che è nemica del senno, e durante la vittoria, che è per natura insolente e superba, siamo infiammati da una tale passione, non solo nelle imprese compiute ma anche in quelle immaginarie, che spesso amiamo quelli che non abbiamo mai visto!

giovedì 4 marzo 2010

Versione 45 pagina 89 - Latino

Fu donata a Trasibulo dal popolo una corona per i numerosi servigi a titolo d'onore, fatta di due ramoscelli d'olivo. E poichè l'amore dei cittadini e non la forza aveva fatto questa (corona), non ebbe alcuna invidia e ebbe grande gloria. Così quel famoso Pittaco, che fu considerato nella lista dei 7 sapienti, dandogli gli abitanti di Mitilene molte migliaia di iugeri di terreno, opportunamente disse: " Non datemi ciò, vi prego, poichè molti potrebbero invidiare, anche di più potrebbero bramare. Perciò non voglio da codesti più di 100 iugeri, che dichiareranno sia la mia serenità d'animo, sia la vostra volontà. Infatti i piccoli doni sono soliti essere continuati, quelli ricchi (sono soliti) non essere durevoli." Così Trasibulo fu soddisfatto di quella corona e non domandò niente di più grande, nè giudicò di avere superato qualcuno in onore. Questo in un momento successivo, dopo che come (?) pretore fece approdare la flotta in Cilicia e poichè le sentinelle non si esercitarono abbastanza diligentemente nel suo accampamento, fatta irruzione dalla città durante la notte, fu ucciso nella sua tenda.