sabato 13 marzo 2010

Versione 50 pagina 91 - Latino

Hai sottomesso popolazioni barbare per ferocia, innumerevoli per quantità, infinite per regioni, ricche di ogni genere di ricchezze: tuttavia hai vinto quelle cose che avevano sia la disposizione la condizione per essere vinte. Infatti non esiste alcuna forza così grande che non possa essere indebolita e abbattuta dalle armi e dalle forze. Io non (lo) paragono agli uomini eccellenti, ma giudico molto simile a un dio colui che fa queste cose: deporre l'orgoglio, frenare l'irascibilità, sapersi moderare nella vittoria, non solo risollevare l'avversario giacente insigne per nobiltà d'animo, ingegno e valore, ma anche accrescere la sua precedente dignità. Perciò, o C. Cesare, le tue glorie militari saranno celebrate certamente non solo dai nostri ma anche dalla letteratura e dai discorsi di quasi tutti i popoli, nè mai le generazioni future taceranno le tue lodi; ma tuttavia non so come cose di tal genere, anche quando sono lette, sembrano essere disturbate dal clamore dei soldati e dal suono delle trombe. Ma certo quando sentiamo o leggiamo qualcosa fatta con pazienza, con mitezza, con giustizia, con moderazione, con saggezza, soprattutto durante un momento di collera (lett.: durante la collera), che è nemica del senno, e durante la vittoria, che è per natura insolente e superba, siamo infiammati da una tale passione, non solo nelle imprese compiute ma anche in quelle immaginarie, che spesso amiamo quelli che non abbiamo mai visto!

Nessun commento:

Posta un commento