domenica 28 febbraio 2010

Versione 8 pagina 76 - Greco

Dicono che Odisseo vagando dopo la presa di Troia fu spinto dal vento verso diverse città in Italia e in Sicilia, giunse a Temesa con le navi, là uno dei marinai ubriacandosi violentò una fanciulla [..] e fu lapidato dagli abitanti in cambio di codesta colpa. Odisseo se ne andò salpando senza tenere in alcun conto la faccenda. Dicono che il demone di colui che fu lapidato ritornò uccidendo i nativi [..], a coloro che volevano fuggire dall'Italia la Pizia ordinò da una parte di non andare via, dall'altra di placare il demone costruendo un tempio e offrendogli ogni anno la donna più bella nella città. Quelli fecero ciò che era stato ordinato dal dio e furono liberi dalla paura.

venerdì 26 febbraio 2010

Vulpes et ciconia - Latino letteratura

Non bisogna nuocere a nessuno: la favoletta dimostra che, se qualcuno ha recato offesa, deve essere punito con pena pari. Si dice che una volpe per prima invitò una cicogna a cena e che le pose in una tazza del brodo, che la cicogna, sebbene affamata, non potè gustare in alcun modo. Questa aveva invitato a sua volta la volpe e le porse una brocca piena di un intingolo: introducendovi il becco, lei stessa si sazia e fa torcere dalla fame l'invitata. E mentre quella leccava inutilmente il collo della brocca, sappiamo che l'uccello migratore le disse così: "Ciascuno deve sopportare di buon animo gli esempi che lui stesso ha dati". [se c'è qualcosa di non troppo letterale è perchè ho preso la traduzione da un libro di mia madre u.u]

Versione 35 pagina 65 - Latino

Cabria invece morì in tale modo nella guerra sociale. Gli Ateniesi attaccavano Chio. Cabria era nella flotta come privato, ma superava in autorità tutti coloro che ricoprivano una carica, e i soldati consideravano più lui di coloro che comandavano. E questa cosa affrettò a lui la morte. Infatti mentre tentava di entrare per primo nel porto e ordinava al tiimoniere di dirigere là la nave, egli stesso fu di rovina per se: infatti dopo che vi entrò, le altre [navi] non lo seguirono. [QUO FACTO] combattendo molto valorosamente incalzato dalla massa dei nemici, la nave colpita da un rostro cominciò a affondare. Di qui potendo ritirarsi, se si fosse gettato in mare, poichè la flotta degli Ateniesi era vicina per raccogliere coloro che nuotavano, preferì morire piuttosto che, gettate via le armi, abbandonare la nave nella quale aveva viaggiato. Non vollero fare ciò tutti gli altri, che giunsero al sicuro nuotanto (lett.: con il nuotare). Quello al contrario, considerando più importante una morte onesta di una vita indegna, combattendo corpo a corpo fu ucciso dai dardi dei nemici.

giovedì 18 febbraio 2010

Vacanze di Carnevale - Latino. [frasi dispari xD]

*ES. 11 PAGINA 76*

1. La buona stima delgli uomini è più sicura del denaro.
3. Il discorso di Senofonte è più dolce del miele.
5. Il valore è più lodevole in una donna che in un uomo.
7. Si stimano migliori gli aruspici che gli scienziati.
9. Che cosa bisogna praticare più della filosofia, o che cosa è più divino del coraggio?
11. Domiziano fu più simile a Nerone o a Caligola o a Tiberio che a suo padre o a suo fratello.
13. Questa guerra, di cui nient'altro ha abbattuto più pesantemente i floridi affari della Grecia, fu intrapresa e abbandonata pipù volte.
15. I Romani durante la pace esercitavano il potere per mezzo di favori più che della paura e, ricevuta un'offesa, preferivano perdonare piuttosto che vendicarsi.
17. L'accampamento si estendeva per più di 8000 passi in larghezza, come si poteva argomentare dal fumo e dai fuochi.
19. Mi sono state restituite da Cesare delle lettere abbastanza disinteressate e si dice che egli stesso arriverà più veloce di quanto di pensi.

*ESERCIZIO 15 PAGINA 77*
1.Tu sai vincere, o Annibale, non sai usare la vittoria.
3. Non dobbiamo usare male il nostr diritto.
5. Cesare poteva usare di meno quel frumento che aveva trasportato pe rmezzo di navi sul fiume Arari, poichè gli Elvezi avevano deviato il percorso dell'Arari, dai quali non voleva allontanarsi.
7. Colui che vorrà raggiungere la vera gloria, adempierà agli obblighi della giustizia.
9. Dopo che si fu combattuto a lungo, i nostri si impadronirono dei bagagli e dell'accampamento.
11. La pace è preparata dalla guerra; perciò coloro che vogliono godere di quella (pace), devono essere addestrati alla guerra; perciò, se volete essere i sovrani della Grecia, dovete usare gli accampamenti, non la palestra.
13. I nemici si impadronirono facilmente della città priva di difensori, fu conservata solo la cittadella, nella quale tra il tumulto qualcuno fuggì da in mezzo alla strage della città presa.
15. Dionisio tolse le mense d'oro e d'argento dai templi, e poichè in questi era stato scritto alla maniera della Grecia che quelle erano dei buoni dei, disse di usarle per loro bontà.

mercoledì 17 febbraio 2010

Vacanze di Carnevale - Latino.

*versione 36 pagina 65*

Disperdendosi ogni anno il denaro pubblico, che si ricavava dalle miniere, per la corruzione dei magistrati, Temistocle persuase il popolo affinchè con quel denaro fosse costruita una flotta di 100 navi. E con quella ultimana celermente prima abbattè Corfù, poi rese il mare sicuro col dare la caccia ai pirati. E durante questo la adornò con ricchezza, poi anche rese gli Ateniesi molto esperti di guerra navale. Che ciò sia stato di quanta salvezza per tutta la Grecia, lo si è appreso dalla guerra Persiana. Infatti poichè Serse portò la guerra in tutta l'Europa sia per mare che per terra con così tante truppe, quante nessuno ebbe nè prima nè dopo, e poichè la notizia riguardo l'arrivo di questo era stata portata in Grecia e si diceva che soprattutto gli Ateniesi fossero attaccati a causa della battaglia di Maratona, (gli Ateniesi) inviarono (ambasciatori) a Delfi per chiedere che cosa fare riguardo le loro cose. Consultando l'oracolo, la Pizia rispose di difendersi con fortificazioni di legno. Poichè nessuno comprendeva che cosa significasse quel responso, Temistocle dimostrò che era intenzione di Apollo che trasportassero lui e le sue cose sulle navi: infatti [mancano le ultime parole..]

Vacanze di Carnevale - Greco.

*versione 6 pagina 75*

Vedete infatti che sembra che Cesare offra una grande pace, che non ci siano più nè nemici nè battaglie nè grandi furti nè attacchi dei pirati, ma è possibile viaggiare a ogni ora, navigare da oriente verso occidente. Ma è forse possibile che qualcosa ci procuri la pace anche dalla febbre, da un naufragio, da un incendio o da un terremoto o da un fulmine? Non è possibile. Dal dolore? Non è possibile. Dalla gelosia? Non è possibile. Il ragionamento dei filosofi promette e offre la pace da codeste cose. E che cosa dice? "Se aderite a me, o uomini, non sarete costretti, non sarete ostacolati, incolumi e liberi vi distaccherete da tutti". Colui che ha codesta pace, che non sarà comandata da Cesare, ma dal dio, quando lui solo volgendo lo sguardo e riflettendo, le ordini: "Ora non mi è possibile convenire in niete di cattivo, non ho un ladro, non ho un terremoto, tutte le cose sono colme di pace, tutte le cose sono piene di tranquillità, ogni strada, ogni città, ogni compagno di viaggio, ogni vicino, ognuno che palretica è innocente".